Mi chiamo Cesar Augusto Cuenca. Mio papà, appassionato di storia, ha voluto darmi il nome dell’imperatore romano Cesare Augusto. Non ci crederete ma il suo nome, quello di papà, è Ottavio, come il politico romano nonché padre di Augusto.

Pensate quanto piacere possa provare a raccontare questo aneddoto qui a Roma!

In Italia sono arrivato nel 2019. Sono nato e cresciuto in Colombia, un Paese in sud America e il più popoloso di tutta l’America Latina, dopo il Messico e il Brasile. Sono un ingegnere informatico e delle telecomunicazioni. Ho ricoperto questo ruolo per il governo colombiano negli anni 2010-2018.

Subito dopo ho deciso di trasferirmi qui in Italia per un periodo limitato grazie a un programma imprenditoriale per l’esportazione del caffè. Lo sapevate che il paesaggio culturale del caffè della Colombia è patrimonio dell’UNESCO?

Ai tempi avevo avviato una piccola azienda per commerciare e vendere il caffè ed ero felicissimo di aver preso questa strada. Purtroppo, come ben sapete, il Coronavirus ci ha bloccati tutti. Non potevamo più muoverci liberamente, spostarci o organizzarci nei nostri viaggi e, subito dopo la fine della pandemia, abbiamo vissuto tanti altri problemi economici.

Ho quindi chiuso la mia azienda e, per un periodo, sono rientrato in Colombia.

Con l’aumento della violenza nel mio Paese, non potevo più restare lì. Dovevo trovare una soluzione per me e per la mia famiglia e far sì che tutti noi potessimo stare al sicuro. Ho quindi deciso di ritornare in Italia, ma inizialmente ho lasciato mia moglie e le mie tre figlie in Colombia.

Stare in Italia da solo era veramente difficile. Loro mi mancavano tantissimo e le procedure per farle arrivare da me sembrano interminabili. Esiste qui un procedimento, il ricongiungimento familiare, che aiuta i cittadini stranieri in Italia ad ottenere i documenti per far venire qui i propri cari. Ma per presentare questa richiesta devi avere determinati documenti e requisiti e per molto tempo io non potevo.

Oggi però sono felice perché ce l’ho fatta e tutta la mia famiglia è con me in Italia. Mia moglie sta iniziando a conoscere la cultura italiana, come ho fatto io in passato. Abitare in un nuovo Paese significa anche conoscere la storia, le abitudini e i modi di fare della popolazione. Anche le mie figlie, tutte di età diversa tra loro, si stanno pian piano ambientando.

Affrontare questi cambiamenti in un posto lontano da casa tua non è mai facile, ma avere la famiglia accanto ti rende più forte. Ti senti meno solo.  Non sai mai cosa succederà nel futuro ma noi crediamo che insieme riusciremo a rispondere a tutte le prossime sfide: la nuova scuola per le ragazze, lo studio della lingua italiana, la ricerca di un lavoro e la ricerca della casa.

Come cittadini stranieri trovare una casa è davvero tanto complicato. Chiedono tantissime garanzie e ci sono tante difficoltà. Ad ogni appuntamento per vedere una casa mi sento dire “Ma tu che documenti hai?”, “Dimostrami che sei un ingegnere!”, “E con il tuo lavoro riesci a garantire tutte le spese?”

Sembra che noi cittadini stranieri dobbiamo dimostrare mille e mille cose. A volte sento un grosso peso addosso. Noi colombiani siamo però molto ottimisti e io non smetto di sperare. Penso che presto tutto sarà più semplice e noi potremo sentirci veramente a casa.

Sembra che noi cittadini stranieri dobbiamo dimostrare mille e mille cose.

Cesar

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