
Mi chiamo Hasnain Syed. Sono di origine afghana.
L’Afghanistan è un Paese circondato da sole terre, senza alcun sbocco sul mare. Ormai da tanti anni conflitti e guerre colpiscono le persone e restare in questo posto è davvero difficile. Lo giuro!
I miei fratellastri erano combattenti nel Paese e quando avevo solo dieci anni volevano unirmi a loro. Ero molto spaventato! Ma pensate a un bambino così piccolo con un’arma in mano?
La mia mamma, donna molto coraggiosa, era contraria e per aiutarmi ha deciso che avrei dovuto presto lasciare l’Afghanistan. Il mio viaggio per arrivare fino a qui in Italia è durato tanti anni e sono stato illegalmente in quattro Paesi diversi.
Avevo solo dieci anni ed ero terrorizzato. La mia mamma, non avendo un’alternativa, mi ha affidato a delle persone che si chiamano trafficanti. Queste persone approfittano delle paure e delle difficoltà di chi vuole lasciare il suo Paese e non ottiene i documenti per farlo, in cambio di soldi, promettono di facilitare il loro viaggio. Quel che poi succede, è ritrovarsi in situazioni molto difficili, poco sicure e preoccupanti.
La mia mamma mi mancava tanto e non sapevo davvero come continuare e cosa fare. Camminavano tanto a piedi per le montagne, in condizioni igieniche difficili. Soffrivo e avevo paura. Cercavo protezione, ma non sapevo dove trovarla. Era terribile! Una notte ho preso un barcone insieme ad altra gente per arrivare in Grecia, la culla della civiltà occidentale e finalmente l’Europa. Di quella notte mi passano in mente scene allarmanti: timori, urla, il motore dell’imbarcazione rotto e l’acqua che arrivava addosso.
È stato molto pericoloso. Ho rischiato la mia vita ma sono riuscito ad arrivare in Grecia. Anche qui per noi cittadini stranieri è davvero sempre una scommessa: la lingua, la cultura, i documenti, il lavoro. Sono tantissime le cose da fare e gli ostacoli da superare. Ti senti solo e in mente hai tutti i ricordi di quel brutto viaggio passato e delle persone care che hai lontano.
Un giorno, stanco dello sfruttamento che vivevo nei campi agricoli greci, ho deciso di venire in Italia per poi raggiungere la Gran Bretagna. Era il 2017. Ancora una volta in maniera irregolare perché non c’era per me un’altra possibilità. Ma questa volta da solo, senza trafficanti. Ricordo di essermi attaccato a un tir direzione Beneveno. Eero vicino al motore. C’era caldissimo e il viaggio sembrava interminabile. Urlavo e nessuno mi sentiva. Ho rischiato nuovamente di rimetterci la mia vita, ma ce l’ho fatta e sono qui a raccontarlo.
I primi mesi in Italia sono stati difficilissimi. Ho vissuto tre mesi per le strade. Non avevo un posto dove dormire o una casa calda in cui tornare ogni sera. L’aiuto di un signore italiano, che mi ha accolto per qualche giorno nella sua pizzeria dandomi ospitalità e cibo caldo, mi ha salvato la vita: la sua disponibilità mi ha convinto a restare in Italia nonostante il mio desiderio fosse raggiungere la Gran Bretagna.
Pian piano la mia vita si è qui stabilizzata. Ho vissuto in delle tende vicino la stazione Ostiense, poi sono stato accolto in un centro d’accoglienza fino a quando ho iniziato anche a studiare. Nel 2019, giusto qualche anno fa, mi sono laureato qui a Roma in Scienze politiche e relazioni internazionali con una tesi che racconta un po’ la mia vita.
Ho voluto ricordare quanto è importante stare a sentire noi migranti e cittadini stranieri quando si parla di migrazioni e delle leggi italiane sulla migrazione. Noi abbiamo qualcosa in più da raccontare perché abbiamo vissuto sulla nostra pelle tante cose. Vogliamo condividere le nostre storie e rispondere a quelle notizie, a volte non del tutto vere, che vi raccontano tanti giornali.
Per questo, ho creato anche un’associazione insieme ad alcuni amici e oggi ne sono il Presidente. Il nome dell’Associazione è UNIRE e vuole mettere insieme tutte le persone rifugiate in Italia affinché si sentano meno sole e, insieme, possano far sentire la loro voce. Inoltre lavoro per proteggere al meglio i minori migranti che arrivano in Italia e in Europa fornendo a loro informazioni utili sui loro diritti e guidandoli ai servizi disponibili vicini a loro.

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