Mi chiamo Tetiana e sono una donna ucraina.

Il mio Paese, che negli ultimi mesi avete visto in televisione per lo scoppio di una grande guerra, è un Paese bellissimo. Abbiamo mare, montagne, molte risorse e tanta bella gente. Il Paese è ricco di industrie e infrastrutture.

In Ucraina ho vissuto fino al 2015 con la mia famiglia. Qui ho studiato, prendendo un diploma in Biologia e Geografia e poi sono andata all’Università, laureandomi in Scienze dei beni culturali.

Nel 2013 mi sono sposata e qualche anno dopo sono venuta in Italia per raggiungere mio marito, che viveva qui già da qualche tempo: ho fatto una scelta per amore e per continuare a vivere accanto a lui, anche se questo voleva dire stare lontano dai miei cari.

Dare ascolto al mio cuore ha infatti significato prendere le valigie e lasciare la mia casa.

Sono arrivata in Sicilia, nel Sud Italia, tra il mare e il profumo degli agrumi, nel lontano 2015. Quando sono arrivata c’era già una comunità ucraina nel piccolo comune che mi ha accolta, ma mi sentivo spesso tanto sola e continuavo a ripetermi che prima o poi sarei tornata a casa.

Tante persone del posto non sapevano neanche dove si trovasse l’Ucraina: “Ma da dove vieni?” “Ma scusami, devo guardare meglio sulla mappa. Non conosco il tuo Paese”.  Mi sentivo spesso estranea e, nonostante i miei studi, in Italia non riconoscevano né accettavano il mio percorso. Questo è stato molto difficile per me. Sembrava che dovessi ricominciare da zero.

Avevo bisogno dei documenti per restare nel Paese e per averli dovevo imparare al meglio la lingua italiana. Ho iniziato a frequentare le scuole medie e nel mentre lavoravo perché c’era l’affitto da pagare, la spesa e tanti altri costi da affrontare. Ma vi immaginate tornare a fare le scuole medie così grande?

In più, trovare un lavoro in Italia, non conoscendo bene la lingua, è stato ancora più difficile. Tutto quello che avevo imparato in Ucraina era come se qui in Italia non fosse abbastanza.

 Sembrava una corsa contro il tempo, da un lato il bisogno di avere riconosciuti i miei studi e la possibilità di trovare il lavoro per cui avevo studiato e dall’altro lato l’urgenza di lavorare per affrontare le spese e soprattutto per ottenere i documenti.

Continuava a crescere in me, anno dopo anno, il desiderio di tornare in Ucraina, riabbracciare mamma e papà e tutti i miei cari fino a quando, lo scorso 24 febbraio, è scoppiata la guerra e tornare in Ucraina era davvero impossibile. Quel giorno ho guardato mio marito negli occhi dicendo “Dobbiamo fare qualcosa”. Mi sentivo a pezzi. La mia vita era sottosopra ma non potevo restare senza far nulla.

Grazie a una cara amica polacca abbiamo organizzato una raccolta di beni di prima necessità: medicine, alimenti, pannolini e creme per bambini, batterie e torce. L’intero comune mi ha aiutata, sia la comunità ucraina che tante famiglie italiane. Abbiamo raccolto tantissimo materiale utile da spedire con dei tir in Ucraina, raccogliendo donazioni di tanti altri comuni vicini che hanno accolto con generosità la nostra iniziativa.

Un giovane ragazzo di origine cinese, che vive nel nostro comune e che qui ha un’attività di vendita, ci ha anche gratuitamente offerto i magazzini del suo negozio per depositare la merce, oltre ad aver partecipato con altrettante donazioni.

Dopo una settimana di raccolta, impacchettamento e divisione di quanto ricevuto, tutta la merce è stata caricata sui tanti e tanti tir e portata ai confini con l’Ucraina. Insieme alla mia amica siamo andate fino in Polonia per portare personalmente il carico di indumenti e alimenti, consegnandolo a chi lo avrebbe poi distribuito alle persone più fragili in Ucraina.

Questa guerra mi ha fatto perdere tante persone care, ma anche trovare altrettante persone che sono state per me come sorelle. Ho ricevuto una grande accoglienza e un grande supporto dall’Italia,  che considero la mia casa, e ne sarò sempre grata. Per tutta la vita.

La tragicità e la paura della guerra ci hanno ricordato come non esistono differenze. Persone con origini cinesi, ucraine, polacche, italiane e tanti altri Paesi si sono uniti con lo stesso obiettivo: aiutare chi era in difficoltà e non restare indifferenti!

Ho ricevuto una grande accoglienza e un grande supporto dall’Italia,  che considero la mia casa, e ne sarò sempre grata.

Tetiana

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